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Classifica Finale 2021-2022
A volte ritornano
Tutto iniziò a MIAMI, fra gli SHARKS. Benchè impaurito, egli restò IMMOBILE, aspettando una BuONA VENTURA per i suoi giocatori con speranze da indifesi PELLEGRINI in terra sacrilega. Poi rallentò, bloccato da alcune CANAGLIE, più fortunate che SIMPATICHE e infine si fermò, bloccato da 4 colpi d’ala di FENICE. Fermo dopo tre turni nell’anonimato di metà classifica, le cose peggiorarono ancora e fu crisi nera: un’altra sconfitta in zona di mare, a rimuginare su COZZE IMPEPATE ed indigeste e un pareggino dal sapore vagamente iberico, appena canzonato dal duo comico composto dal portoghese JOAO e dello spagnolo PEDRO. 5 punti ad inizio stagione in 5 partite. Ma dove doveva andare? La finalissima persa un anno prima grida ancora vendetta e la reazione d’ACCIAIO chiesto dai tifosi ancora non si vedeva. Una vocina si rivelò nella mente del nostro protagonista: “Dai, domani è un altro giorno! Navighiamo verso la storia!” Doveva arrivare da Sud la spinta giusta, dalla FORZA della costa REGGINA che si scansò lealmente nel triste ricordo di un salume spalmabile scomparso anni prima per ridare un po’ di gioia alla squadra. Effimera, però, perché non era ancora il tempo di REVOluzionare il risultato ed arrivò una nuova sonora sconfitta, da attribuire tutta agli effetti del vino femmina, tristemente noto come la disastrosa VINA. Primo girone chiuso a metà classifica. Anzi, un po’ meno. Qualcosa doveva cambiare e in fretta. Del resto, disse una seconda vocina: “Se tu puoi cambiare, se io posso cambiare… tutto il girone di ritorno può cambiare!”. La prima aggiunse poi: “Nessuno mette TAMEZE in un angolo! Schieralo di più”. E così fu, le cose cambiarono. I primi segnali di ripresa arrivarono subito. Il primo fu un po’ strano, lo raggiunse CORREAndo un po’ più forte dell’avversario, con due sonori giri di campo, ma il secondo fu davvero clamoroso grazie al ritmo delle sillabe di una strana formula magica, derivata forse dalle targhe delle auto, forse dalle note di una strana lingua estinta: TA-TA-RU-SA-NU. La formula portò ad ottenere ben 6 reti con le quali pescare i frutti di un futuro migliore. In fondo, disse una delle due vocine: “Serve solo una braca più grande!” Così dopo aver trovato parziale rimedio allo svolazzare delle fenici, ma non al successivo indigesto e salatissimo piatto romagnolo, ritrovò la fortuna nel solito sud, dove trovò dieci perle che fruttarono sei importanti passi avanti, equamente distribuiti fra una spiaggia del Salento in cui si abbatté il ciclone proveniente dalla vicina PASALICata e la consuete passeggiate sul chilometro più bello d’Italia, dove anziché incontrare i LEONES, si divertì a fare pascolare felici i MERTENS (un canide autoctono, incrocio ormai indistinto fra un pastore belga e un mastino napoletano). Un bel percorso, bloccato però al ritorno verso casa da un’ARMATA di LEONI alimentati a Fernet BRANCA che ha imposto la sua legge senza nemmeno fargli aprire bocca. Le vocine invocarono l’utilizzo del motivatore, il MAGGIORE Hartman o quantomeno suggerirono di gettare nella CALDARA del vulcano più vicino qualche jettARTHURe professionista. Ma Lui le ignorò. La strada era chiara ed insieme alle vocine disse “si-può-fare!” A metà percorso, qualche speranza in più c’era già. La performance dell’anno precedente restava un miraggio lontano. Ma un filo di luce si poteva vedere, all’ombra di quel gigantesco moloch a forma di nigeriano biondo che gli si ergeva già davanti e prendeva il largo. Il viaggio di ritorno iniziò in maniera molto altalenante. Fra momenti di sconforto e attimi di (HERNAND)EZaltazione anche grazie alla la LUIZ dell’amico ALBERTO. Botte imprevedibili dovute a troppi BIRAGHIri-biragori nel momento decisivo o a pause inspiegabili per sorseggiare il THE ATE nel momento in cui invece si doveva essere reattivi. La vocina continuava a parlargli sulle spalle d’ACCIAIO. “C’è fare o non fare. Non c’è provare”, “Sii forte, duro e flessibile, sii la lega UNITED che tutti sognano”, “Se lo costruisci, lui tornerà” E allora qualcosa scattò. Sei salti in avanti, consecutivi, due sorpassi in classifica, un pericoloso sguardo verso la terra delle Cozze non più così lontana. E si compì il miracolo sperA(RNAU)TO(VIC), piazzandosi senza timore TRA O RE dell’ultimo mese, con una serie di prestazioni talmente appetitose che facevano venire voglia di MAIGNANrsi il futuro. Secondo posto finale, si vola verso i Playoff. La vocina parlava ancora: “Se ti ci metti con impegno, raggiungi qualsiasi risultato”. Anche tre gradini più avanti. Compreso quell’ultimo affrontato così male l’anno scorso. “Non può piovere per sempre”, ripeteva la vocina pensando di essere diventata una meteorina. Il primo gradino sembrava altissimo, ma si rivelò quasi piatto. Fu superato con un centinaio abbondante di citazioni della vocina, che finirono per brillare tanto da superare persino DE LIGT del sole (si, ogni tanto la vocina aveva un difetto di pronuncia, soprattutto quando doveva esprimersi in inglese). Sconquassato con sette ossa da riportare indietro il guardiano della CAVErna del CANEM al primo passaggio, non gli restò che passeggiare sopra le spoglie della povera bestia altre tre volte al ritorno, comportandosi in effetti in modo un po’ indelicato. Anzi, proprio con una faccia di BROnZO(VIC). Il destino poteva apparecchiargli due semifinali epiche, la vocina si era già messa il pettorale da gladiatore (rubato nel girone ai bassocalabri) pronta ad urlare “Scatenate l’inferno”, ma fu clemente e non gli diede né la dolce vendetta contro il BARBUTOBELLUNESE che lo aveva battuto in finale lo scorso anno, né il MARSUPIALE AUSTRALE che lo aveva sempre guardato dall’alto in basso nel girone. Toccò invece all’ibrido ROSANERAZZURRO, che pur sfiancato da un anno di ingestibili battaglie verbali su una chat pubblica con il vicino di scrivania, si presentò pimpante alla sfida di semifinale, con la sottesa voglia di un bis a distanza di parecchi anni. Il primo scontro fu duro per il nostro protagonista, che non riuscì ad assorbire l’onda di LUKIC che gli arrivò dritta in fronte ed a cui riuscì a porre rimedio solamente con uno sforzo colossale che gli permise di restare a galla grazie ad una “rigorosa” barriera innalzata dai MONTI al PO’. Alla rivincita, invece, nonostante il doppiogiochismo di certi elementi, il semaforo della propria volontà si colorò completamente di verde, persino in quegli elementi meno brillanti, che solitamente provocano RA(b)BIOT in tutti i loro proprietari o in quelli più vagamente inutili come quelli che utilizzi per raggiungere un PARI SIlenzioso nelle giornate più buie. Le vocine portarono bene, si ubriacarono di gioia. Ad un certo punto, una disse “Io sono tuo padre”, l’altra rispose “Noooooooooo”, dimostrando che ormai avevano perso il controllo di loro stesse e mandando in confusione colui che l’ospitava prima della giornata decisiva. L’avversario decisivo si presentò con il coltello fra i denti, una grossa scorta di FANTA, sembrava morso da una TALANTolA (un grosso ragno cinese) e si mise subito a fare la voce grossa alzando la TONALItà dello scontro come ai tempi dei FARAONI. Non era facile ribattere, quando la confusione delle vocine aveva fatto tenere i punti di forza a riposo, lontani dai campi VERDI di gioco. Eppure, quando una delle vocine suggerì che “la X è il punto dove scavare”, si riuscirono a trovare le forze per raggiungere il pareggio, lì a centrocampo, dove la beffa volle che fu proprio un talantolato a segnare la sfida con la sua rete, accompagnato dallo spagnolo svogliato dal doppio nome. Serviva uno sforzo supplementare. Lo misero entrambi. Non bastò. Optarono dunque per una lotteria, trovando una casa da gioco nelle vicinanze. Si strinsero la mano, idealmente, e lanciarono gli ultimi cinque dadi. I primi tre si equivalsero. Il quarto e il quinto fecero la storia e cancellarono la maledizione d’acciaio. “Quanto mi secca avere sempre ragione!” disse la prima vocina, “Hasta la vista baby” “Qui il nostro lavoro è finito” rispose la seconda. “Venimmo, Vedemmo e senza indugio la Vincemmo” ripeterono insieme prima di allontanarsi alla ricerca del prossimo campione. La salita è conclusa, l’avversario è battuto, il verdetto è unanime.
STEEL UNITED campione di LF 2021/2022
A.F.
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